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L’uomo del treno

Un uomo misterioso arriva in treno in una cittadina di provincia, che gli appare semideserta. In una farmacia incontra un uomo che gli offre ospitalità. Quest’uomo è un professore di francese in pensione, scapolo, che vive in una grande casa con giardino, dall’arredamento un po’ tetro e i muri scrostati. Il professore ha sempre sognato di essere un avventuriero come quell’uomo sceso dal treno, che a sua volta vorrebbe avere una vita tranquilla come quella del professore, fatta di pantofole e lezioni private di poesia. I due dovranno passare tre giorni insieme, impareranno a conoscersi e a stimarsi. Il desiderio di invertire le vite si fa sempre più forte. Il professore deve operarsi e ha paura, l’uomo del treno deve rapinare una banca, ma ha paura. Il destino li legherà involontariamente. Un film molto bello, presentato a Venezia quest’anno, dove ha strappato gli applausi più convinti della Mostra. Una pellicola sulle occasioni perse, ma anche un invito a non arrendersi, non è mai troppo tardi per cambiare le cose. Basta volerlo. Molto poetico, delicato, con la musica che accompagna lo spetattore per tutta la durata del film in questo bellissimo viaggio dentro se stessi. Gli attori sono eccezionali: Jean Rochefort e Johnny Hallyday, così diversi e così bravi a completarsi e a bilanciare l’equilibrio del film. Il ritmo è ottimo, mai un momento di distrazione, l’ironia, a volte amara, rende molto piacevole la visione. Assolutamene da non perdere.
(andrea amato)