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Luna papa

Una ragazza di un villaggio caucasico viene sedotta in una notte di luna piena da un attore di una compagnia di giro. Insieme al padre e al fratello parte allora per una buffa caccia all’uomo tra villaggi e steppe. Ma quando il mistero pare risolto, il destino ha in serbo un incredibile colpo di scena. Per una gaffe del presidente della giuria Emir Kusturica, questo film non fu inserito in concorso a Venezia ’99. Peccato, perché era bello, fresco e divertente: e infatti, all’uscita, ottenne un piccolo e imprevisto successo. E se in apparenza somigliava a certe cose dello stesso Kusturica (
Gatto nero, gatto bianco
), se ne distaccava per il ritmo più soave e il gusto degli spazi sconfinati. Leggiadra e non troppo grottesca, la pellicola di Khudojnazarov è un po’ Barnet e un po’ Chagall, con un volto d’attrice che pare dipinto da un bambino delle elementari e caratteristi sanguigni e simpatici. Una delizia colorata ed esotica, uno di quei piccoli regali che il cinema sa ancora riservare, in giro per il mondo.
(emiliano morreale)