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Luce dei miei occhi

Antonio e Maria si incontrano per caso. Lui è un autista abituato a portare in giro clienti facoltosi, lei, madre di una bambina, sbarca il lunario gestendo un negozio di surgelati. Antonio si innamora subito, Maria si lascia corteggiare ma la scintilla non scocca: troppe preoccupazioni (la figlia e gli usurai) per poter pensare anche all’amore. Scoperto l’indirizzo dell’uomo che ha prestato a Maria i soldi per comprare il negozio, Antonio si offre di fargli da autista a patto che, almeno per un po’, lasci stare la donna. Diventerà il suo factotum, rischiando di cacciarsi nei guai.

Stroncato dalla maggior parte dei critici italiani all’indomani della sua proiezione al Festival del Cinema di Venezia,
Luce dei miei occhi
è la storia di due persone sole che si incontrano senza capirsi, complici i troppi silenzi e, forse, la scarsa fiducia nel prossimo. Piccioni punta tutto sulle interpretazioni di Luigi Lo Cascio, già ottimo protagonista de

I cento passi
e Sandra Ceccarelli, ambientando la loro vicenda in una Roma spettrale e quasi irriconoscibile. La giuria di Venezia ha premiato i due attori con la Coppa Volpi per la miglior interpretazione ma anche il resto del film è tutt’altro che da buttare, a partire da un convincente Silvio Orlando ancora una volta utilizzato da Piccioni nel ruolo di un personaggio solitario e insensibile. Belle anche le musiche di Ludovico Einaudi, che a volte si sostituiscono alla voce dei personaggi esprimendone comunque in maniera efficace gli stati d’animo.