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Lords Of Dogtown

Lords Of Dogtown
è la versione
fiction
del documentario 

Dogtown And Z-Boys,
sugli schermi italiani ormai da alcune settimane. La storia è sempre quella: a Dogtown, quartiere malfamato incuneato fra Santa Monica e Venice Beach, in California, tre ragazzi,  tre amici, costituiscono il nucleo fondamentale del team Zephir di skateboard, destinato a porre le basi dello stile moderno per quanto riguarda questo sport. I tre sono Stacy Peralta (John Robinson), Jay Adams (Emile Hirsch) e Tony Alva (Victor Rasuk): per questi ragazzi, lo skate sarà l’unica via di fuga dal ghetto di Dogtown. Ma non per tutti il successo sportivo porterà alla tranquillità interiore e alla realizzazione personale.

Strana strategia, quella di portare in Italia un documentario e un film che raccontano la stessa storia, e farli uscire nelle sale a poche settimane di distanza l’uno dall’altro. Tra i due prodotti c’è una netta differenza qualitativa, tutta a favore del documentario. A beneficiare del un migliore
battage
pubblicitario sembra però essere il peggiore fra i due, proprio questo
Lords Of Dogtown.

Odifficile spiegarsi le ragioni di questo mezzo fallimento, poiché le basi per questa produzione erano ottime: la sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Peralta, già realizzatore del documentario; i giovani attori, scelti con molta cura e somiglianti in modo impressionante agli Z-Boys originali, sono stati addestrato all’uso dello skate dal vero Tony Alva; e poi è stata messa insieme una colonna sonora eccezionale, che comprende pezzi leggendari di gruppi come Pink Floyd, Funkadelic, Deep Purple, Ohio Player e The Stooges, tanto per citarne alcuni. Ciliegina sulla torta, la presenza nel cast di Johnny Knoxville, mitico
stuntman
pazzoide della serie televisiva
Jackass.

Nonostante tutto ciò il film non riesce mai a decollare, il racconto delle gare di skateboard che si susseguono ininterrottamente risulta noiosetto, e la descrizione dei difficili rapporti tra i tre adolescenti non è mai particolarmente ficcante, si attesta anzi su un livello piuttosto superficiale. La presenza di alcuni momenti pseudo-pruriginosi (i festini animati dalla presenza di Tony e Jay) non poteva essere evitata, visto che la regista Catherine Hardwick si è fatta conoscere grazie al pruriginosissimo

Thirteen,
ma anche questo elemento non sembra un fattore in grado di risollevare l’interesse dello spettatore

Se dovete scegliere fra
Lords Of Dogtown
e
Dogtown And Z-Boys,
insomma, andate a vedere il secondo. Il primo deluderà sia lo spettatore occasionale che gli appassionati della tavola a rotelle.
(michele serra)