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Le ragazze di Piazza di Spagna

Un professore racconta le storie di tre ragazze: una rinuncia a sogni impossibili, un’altra giunge a meditare il suicidio ma poi ci ripensa, e un’altra ancora (bassissima) cerca uomini altissimi. 

Neorealismo rosa allo stato puro, con tutta la grazia appena un po’ leziosa e tutta la svagatezza di Luciano Emmer, un piccolo maestro di rara eleganza. Piccola borghesia cittadina, personaggi femminili minimi osservati finemente, malinconia quasi crepuscolare. E poi c’è la bellezza – oggi quasi commovente – delle italiane degli anni Cinquanta: Lucia Bosè, Cosetta Greco, Liliana Bonfatti, con un giovanissimo Mastroianni di contorno.

Artigianato d’altri tempi, con una qualità della messinscena oggi impensabile. Alla sceneggiatura impeccabile partecipa Sergio Amidei, il narratore è Giorgio Bassani, e c’è anche una comparsata di Eduardo De Filippo. All’epoca sembrava «disimpegno», oggi l’ingenuità stessa del film è un documento storico. Non è ancora commedia all’italiana: è qualcosa di meno (nell’analisi sociale) e di più (nell’assenza di cinismo, nel candore).
(emiliano morreale)