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La vita che vorrei

Laura, attrice poco più che trentenne con un’incerta carriera alle spalle, viene scelta per interpretare da protagonista un film in costume ambientato nell’Ottocento, storia di un amore assai tormentato. Sul set fa la conoscenza di Stefano, coprotagonista e attore piuttosto affermato. Fra i due nasce una relazione che ripercorre nella realtà le tappe e gli sviluppi della storia recitata sul set.

Il regista e i protagonisti di
Luce dei miei occhi,
contestatissime coppe Volpi a Venezia nell’edizione la cui giuria era presieduta da Nanni Moretti, tornano al lavoro in un film formalmente inappuntabile ma assai poco emozionante. Una storia troppo «telefonata» per rendere davvero significativo un lavoro senza infamia né lode, decisamente inferiore a film dello stesso Piccioni come
Fuori dal mondo
(1999) e il già citato
Luce dei miei occhi.
Il film in costume fa da contrappunto e accompagnamento all’amore tra i due attori, rendendo prevedibili la maggior parte delle sequenze. A salvare la pellicola dal totale naufragio, le buone interpretazioni della Ceccarelli e di Lo Cascio. Con un brevissimo cameo di Silvio Muccino nel ruolo di se stesso.
(maurizio zoja)

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