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La scomparsa di Alice Creed

Due uomini – un ventenne e un quarantenne – foderano l’interno di un furgone con dei fogli di plastica. Poi vanno a fare acquisti e comprano un trapano, un materasso e altre provviste varie. Successivamente li vediamo all’interno di un piccolo appartamento intenti a montare un letto dove appoggiano il materasso appena comprato, coprono le pareti con del polistirolo e sigillano le finestre con delle tavole.

Una volta completato il meticoloso lavoro di preparazione, i due rapiscono una ragazza: li seguiamo mentre la catturano in mezzo alla strada, la trascinano nel furgone dove le mettono un cappuccio sulla testa e l’imbavagliano, per trasportarla poi nell’appartamento che abbiamo visto all’inizio, dove la legano al letto della stanza trasformata in prigione. I rapitori sono Danny (Martin Compston) e Vic (Eddie Marsan), due ex detenuti che sognano un riscatto miliardario in cambio della liberazione della ragazza. Sin da subito appare evidente che Danny, il più giovane – e più nervoso – dei due, obbedisce al complice di maggiore esperienza, Vic, che sembra mosso da una profondissima convinzione.

La ragazza che hanno preso in ostaggio è Alice Creed (Gemma Arterton), figlia di un ricco uomo d’affari, e scelta da Vic e Danny come passaporto per una vita migliore. Inizialmente terrorizzata e immobilizzata, Alice fa capire presto ai suoi rapitori che non è disposta a cedere al loro ricatto. Altrettanto decisa a scappare, quanto Vic e Danny lo sono a incassare i soldi, Alice instaura una logorante guerra psicologica che metterà a dura prova il rapporto già delicato e fragile tra i due rapitori. E quando si avvicina il fatidico momento dello scambio, i tre protagonisti della vicenda sembrano sul punto di crollare, mentre il piano a prova di bomba di Vic e Danny si trasforma in una disperata battaglia per la sopravvivenza.