L

La sanguinaria

Appena uscito dal riformatorio, dove lo aveva condotto la passione per le armi, un ragazzo si sposa con una donna che si esibisce come tiratrice in un circo. Spinto da quest’ultima, assetata di denaro e di forti emozioni, il giovane partecipa, assieme alla moglie, a una serie di audaci rapine. Capolavoro del cosiddetto cinema di «serie B» americano, il film anticipa di quasi vent’anni il
Gangster Story
(ovvero Bonnie and Clyde) di Arthur Penn. Il regista Lewis aggira i limiti di budget con delle soluzioni tecnico-visive straordinarie (è il caso del celebre piano sequenza della rapina, girato tutto all’interno dell’automobile, citato quasi alla lettera da François Truffaut in una scena di
La mia droga si chiama Julie
). Sceneggiatura di MacKinlay Kantor (autore del soggetto) e Dalton Trumbo (ma firmata da Millard Kaufman dato che Trumbo era all’epoca inquisito dalla commissione per le attività antiamericane). Splendida la fotografia in bianco e nero di Russell Harlan.
(andrea tagliacozzo)