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La porta d’oro

In Messico, un affascinante gigolò francese si trova bloccato in un paese situato nei pressi della frontiera americana, nella vana attesa di un visto per entrare negli Stati Uniti. Per ottenere in fretta la cittadinanza statunitense, l’uomo seduce, con l’intento di sposarla, una timida maestrina americana. Un soggetto apparentemente banale elevato ai massimi livelli dall’ottima sceneggiatura di Billy Wilder e Charles Brackett. Le molte annotazioni intelligenti sulla condizione dell’emigrante sono probabilmente dovute alla penna di Wilder, viennese trapiantato ad Hollywood. Il regista Leisen appare anche in veste d’attore (in pratica nel ruolo di se stesso).
(andrea tagliacozzo)