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La famiglia del professore matto

Quali sorprese può riservarci un film come
La famiglia del professore matto
, sequel del già brutto e inutile remake del capolavoro (1963) di Jerry Lewis
The Nutty Professor
(che in Italia è noto come
Le folli notti del dottor Jerryll
)? Si tratta di una domanda destinata a rimanere senza risposta. L’idea di far recitare a Eddie Murphy più di un ruolo, ricorrendo ai miracolosi make up di Rick Baker, era già alla base del precedente
Il professore matto
, ma risale a
Il principe cerca moglie
di John Landis. Il film si regge esclusivamente sulla ridondante evidenza dei vari travestimenti di Eddie Murphy, che di volta in volta è il professor Sherman Klump, un padre impotente, una signora bisognosa d’affetto, una nonna ninfomane, un fratello cialtrone e analfabeta. Tutti obesi, e – a eccezione di Sherman – volgarissimi e versati nella produzione di peti, turpiloquio e oscenità a sfondo erotico. E anche l’idea del criceto gigantesco che sodomizza il rettore scambiandolo per un suo simile di sesso femminile è riciclata (da
Una poltrona per due
, sempre di John Landis). Ma il problema fondamentale è che il film, appesantito dalla presenza decisamente ingombrante della star comica di colore (che pure con
Bowfinger
sembrava essere tornata in auge), riesce con estrema difficoltà a far ridere. Come Jerry Lewis possa essersi fatto ancora una volta coinvolgere (come produttore esecutivo) resta un mistero.
(anton giulio mancino)