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La donna del bandito

Un giovane evade dal carcere e si innamora della figlia di uno dei suoi compagni d’evasione. Fuggiranno insieme braccati dalla polizia. Dallo stesso romanzo che ispirerà
Gang
di Altman, il folgorante esordio di Nicholas Ray. Un film forse molto dentro il realismo sociale di quegli anni, ma che a vederlo oggi appare in anticipo di quindici anni, di un realismo quasi da Nuova Hollywood, con riprese dall’elicottero (tra le prime nel cinema americano) e Farley Granger che dice «Ti amo» alla macchina da presa prima di morire. Struggente, molto
radical
, con uno script attentissimo alle relazioni tra i due protagonisti e con il solito senso di fatalità che incombe su tutti i film del genere. La donna, come spesso in Ray, è più forte dell’uomo; e, come sempre nel suo cinema, i protagonisti giovani sono incompresi e minacciati da un mondo adulto.
(emiliano morreale)