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Krámpack

Estate. Dani, sedici anni, ospita l’amico Nico nella sua casa al mare. Sono soli e sono liberi: niente scuola, niente genitori, solo una (provvidenziale) governante che prepara il pranzo. Passano la giornata in spiaggia e nei bar, puntando due ragazzine disponibili. La notte, invece, continuano a «giocare» tra loro, masturbandosi. Il problema è che Dani si prende una clamorosa sbandata per Nico e vorrebbe tenerselo tutto per sé, mentre Nico inizia a respingerlo per dedicarsi solo alle ragazze…

Che cosa sia esattamente un «krámpack» non si riesce a capirlo: a tratti sembra una masturbazione canonica, a tratti una fatta in coppia. E ambiguità simili percorrono anche il sistema nervoso del film: diretto da un etero ma incentrato su tematiche gay, con un protagonista (Ramallo/Dani) star della tv dei ragazzi e l’altro (Vilches/Nico) esordiente… La vera forza di
Krámpack
sta però nell’uscire dai limiti di un discorso unidirezionale e nel pescare da sottogeneri diversi (commedia balneare, coming-of-age, teen drama) per costruire un incisivo quadro d’ambiente. Il piccolo paese sul mare è di fatto un mondo chiuso, popolato solo da ragazzini, soggetto alle proprie leggi (o meglio, alla mancanza di esse), in cui l’unico punto di vista è quello dei protagonisti: grezzo sì, ma non volgare. Un mondo che gli adulti, quando non vengono relegati fuori scena, sbirciano con curiosità più o meno interessata. Un mondo in cui tutto è un fattore di crisi, ma nulla porta a una rottura irreparabile (anche là dove Dani, man mano che la sua identità omosessuale si va precisando, fa e dice cose sgradevoli). E
Krámpack
si rivela – quasi a sorpresa – un film adatto ai minorenni allorché le tante ambiguità di base danno vita a un doppio percorso di formazione: non tanto e non solo accettare l’omosessualità dell’altro, quanto accettarne l’eterosessualità. Merito, soprattutto, di una coppia di attori ben assortiti e speculari ai loro personaggi: smunti, spavaldi, un po’ spaventati. Ma solo un po’.
(violetta bellocchio)