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Jeepers Creepers – Il canto del diavolo

Fratello e sorella stanno tornando in auto verso casa. C’è un camion malridotto alle loro spalle, con una targa singolare, che li raggiunge e li tampona. Grande spavento. Dopodiché i due fratelli, che si beccano senza far ridere nessuno, nemmeno chi usa il loro gergo, vedono il figuro che era alla guida del furgone rovesciare in un tubo di scarico due inequivocabili cadaveri avvolti in teli sporchi di sangue. I ragazzi che fanno? Fuggono? Chiamano la polizia? Nemmeno per sogno, vanno a vedere dentro quel tunnel che cosa diavolo c’è. E scoprono cadaveri cuciti insieme, corpi straziati e mummificati… mentre fuori gracchiano i corvi e aleggia il diavolo… Al regista Victor Salva piacciono gli horror. Allo spettatore possono non piacere i suoi. Anche se, per la verità, nelle prime settimane di uscita questo
Jeepers Creepers – Il canto del diavolo
in Gran Bretagna e negli Usa ha fatto il pieno tra i teen-ager. Mal recitato, mal sceneggiato, mal ambientato. Insomma, non gliene va bene una. Gran profusione di corvi neri gracchianti, gatti miagolanti nel buio, urla, sangue, cadaveri (che non farebbero spavento a un bambino tanto sono mal realizzati), sensitive che prevedono sciagure, telefonini scarichi quando servono, folli corse in auto, poliziotti tanto imbranati da essere imbarazzanti, vecchie storie di ragazzi morti e mai trovati, la chiesa sconsacrata… Insomma, tutti i luoghi comuni e le banalità del genere. E poi questo diavolo che succhia i polmoni, odora i corpi, cammina sulle pareti come Spiderman ed è mascherato così male da far ridere. E questo è il punto. Forse Salva non voleva fare un horror. Voleva fare una parodia dell’horror. Purtroppo non è riuscito nemmeno in questo. Per fortuna, il film dura solo un’ora e mezzo.