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Il ritorno dell’idiota

Uno dei personaggi epocali della letteratura moderna, trasportato nella provincia ceca di oggi, in ambienti desolati e notturni (piste da pattinaggio, bar all’alba, sale da ballo), con un occhio all’umorismo feroce della nová vlna degli anni Sessanta (
L’asso di picche
di Forman) ma con più rassegnazione malinconica. In apparenza più buffo che apocalittico, ma in fondo assai sconsolato. Gedeon lavora su una sceneggiatura assai precisa, con ottimi dialoghi e un paio di belle trovate: l’incubo iniziale in treno (un’immagine che riesce a evocare con mezzi minimi il caos e la cupezza dell’Europa di oggi) e la trasformazione dell’epilessia del protagonista nel «sogno di un’epilessia». I personaggi, proletari-piccoloborghesi e non borghesi-aristocratici come in Dostoevskij, rimangono scolpiti nella memoria. Un mesto valzerino distanza il tutto. Un piccolo film di grandissima intelligenza.
(emiliano morreale)