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Il buco

Un gruppo di detenuti tenta un’evasione dal carcere, ma forse tra loro c’è una spia.  Ultimo film di uno dei grandi del realismo francese, è anche il suo film più rigoroso ed estremo. Superbo cantore della mala in Casco d’oro e Grisbi , Becker realizza con Il buco il proprio capolavoro. Siamo già in anni di nouvelles vagues, ma il film di Becker somiglia piuttosto a Un condannato a morte è fuggito di Bresson: meno metafisico e più morale, e più attento alla dimensione del gruppo e a temi tradizionalmente noir come il tradimento, il sacrificio, la libertà (alla base c’è un romanzo di José Giovanni, poi a sua volta regista di polar). Ma la messinscena giunge ben presto all’astrazione, la suspence diviene insostenibile grazie a pochi elementi ossessivi (il rumore attutito dei martelletti) e il finale è di una logica stringente e ineluttabile. (emiliano morreale)