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Il bidone

Vita squallida di un bidonista di professione, che vorrebbe cambiar vita ma farà una fine tragica. Uno dei Fellini meno riconciliati, meno «istituzionalizzati». E uno dei più amari, dei più melodrammatici: non meno cattolico del precedente
La strada
e del successivo
Le notti di Cabiria
, ma più cattivo nel suo agghiacciante finale: anzi, quasi un doppio atroce delle storie dei mille simpatici truffatori italiani alla Albertone o alla Gassman. È forse il primo film pienamente tragico di Fellini, dopo la commedia malinconica degli esordi e la poesia chapliniana di Zampanò e Gelsomina. Il tragico vi abita curiosamente puro, senza il grottesco, l’orrido o il barocco dei film successivi; e così puro lo ritroveremo di rado in Fellini (ad esempio nel suicidio collettivo de
La dolce vita
, comunque osservato dall’occhio distante di Marcello). Forse per questo Il bidone è un film negletto, quasi maledetto. E forse per questo (oltre che per la gigantesca interpretazione di Broderick Crawford) fece innamorare di Fellini il giovanissimo critico François Truffaut.
(emiliano morreale)