I

I fidanzati

Giovanni, operaio specializzato del nord, viene inviato in Sicilia, dove l’azienda per cui lavora è impegnata nella costruzione di un impianto industriale. Per il giovane l’impatto con il nuovo ambiente è tutt’altro che indolore: la distanza con il proprio mondo è incolmabile e la cultura della fabbrica si dimostra ben lontana dal produrre un sistema di valori alternativo a quello tradizionale. Alla fidanzata rimasta a Milano scrive lunghe lettere che testimoniano efficacemente la realtà dello sradicamento. Olmi, dopo aver raccontato la Milano del boom con
Il posto
, utilizza un caso di emigrazione al contrario per descrivere il rovescio della modernità. Lo fa «dal basso», tenendosi lontano da ogni esemplarità ideologica e puntando tutto sulla verità umana di personaggi e situazioni. La capacità di usare il paesaggio in chiave espressiva tocca il suo vertice nella lunga scena delle assolate saline di Trapani, con l’incerta voce narrante a fare da contrappunto al senso di eternità comunicato dalle distese di sale. Poteva essere l’inizio di un rinnovamento, ma la via segnata non è stata seguita da nessuno, neppure dallo stesso Olmi: una delle tante occasioni perdute del cinema italiano.
(luca mosso)