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Honolulu Baby

L’ingegner Colombo sta per essere licenziato dalla solita multinazionale, che tuttavia prima di notificargli la lieta novella decide di sbatterlo nel lontano Melancias, dove sono già scomparsi altri suoi sventurati colleghi. Qui però conosce un attempato amatore francese e viene presto raggiunto persino dalla moglie, che sembrava invece avergli dato il benservito. Sono almeno vent’anni che Maurizio Nichetti non incontra il favore del pubblico cinematografico, anche se in fondo – dai tempi di
Ho fatto splash
e
Rataplan
– è rimasto sempre lo stesso. Ed è forse per questo che, dopo l’immeritato insuccesso di
Luna e l’altra
, Nichetti è tornato sui suoi passi, riprendendo il personaggio dell’imbranato Alberto Colombo di
Ratataplan
e spedendolo (ben poco casualmente) in un luogo in capo al mondo dove è possibile ricostruirsi un’esistenza. Questo di
Honolulu Baby
è un Nichetti tenero e sentimentale, sempre abbastanza stralunato e imprevedibile, straordinariamente agile anche se fin troppo maturo e consapevole rispetto agli anni Settanta, quando sembrava un’appendice in carne e ossa dei cartoon di Bruno Bozzetto.
(anton giulio mancino)