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Ghost World

Enid e Rebecca si sono appena diplomate alla scuola superiore. Di college non vogliono neanche sentire parlare. Rebecca trova subito un lavoro come cameriera in un bar, perché vuole guadagnare i soldi per poter andare a vivere da sola con la sua amica del cuore. Enid ha le idee molto più confuse: sa cosa odia, cosa non le piace e cosa non vuole essere, ma non ha la più pallida idea di cosa vuole fare e di chi vuole diventare. Perfidamente rispondono all’annuncio di un uomo che cerca una donna, lo pedinano e decidono di spiarlo. Per Rebecca il gioco finisce lì, ma Enid invece vuole entrare più a fondo nella vita di questo strano uomo, Seymour, un collezionista di dischi e di roba vecchia. Inizia così un gioco di ruoli tra l’uomo e l’adolescente, che si isola sempre più dalla sua vita normale. Tratto dal libro comico di fumetti di Daniel Clowes, Ghost World è il film generazionale sui teen ager americani più riuscito degli ultimi anni. Le demenze dei vari American Pie e Road Trip sono lontane anni luce. I giovani americani assomigliano molto più alla Enid della bravissima Thora Birch: cattiva, spietata, paffutella, frustrata e con difficoltà di inserirsi in una società fatta di ville con vialetti o di periferie angoscianti. Poca progettualità, vita day-by-day, in più con i tipici problemi degli adolescenti che pensano di avere tutto il mondo contro. Amaro, ironico, grottesco, irriverente, Ghost World è davvero un film ben riuscito. (andrea amato)