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Dracula di Bram Stoker

Uno dei migliori lavori recenti di Coppola, regista che da una ventina d’anni è in crisi economica e soprattutto creativa. Ormai divenuto retorico narratore di fiabe, si rivolge qui a uno dei miti più «neri» della letteratura e del cinema, realizzando un film fascinoso e roboante. Certo, il lato metacinematografico è fin troppo esibito, con l’equazione vampirismo-cinema alla quale, per sicurezza, si aggiunge la metafora di riserva vampirismo-Aids. Pur discontinuo e progettato a tavolino, Dracula esibisce però un kitsch tutt’altro che incongruo, che quando riesce a trasformarsi in immagine e in racconto regala alcuni passaggi notevoli. L’inseguimento finale è un delizioso Méliès western, ma tutto il film è disseminato di soluzioni efficaci e di sincera e megalomane passione per il cinema. Quasi invisibile una strombazzata partecipazione di Monica Bellucci. (emiliano morreale)