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Diceria dell’untore

Al termine della seconda guerra mondiale, un reduce, gravemente malato ai polmoni, viene accolto in un sanatario. In un’atmosfera cupa e deprimente, l’uomo conosce, però, l’affascinante Marta, una ex ballerina che durante il conflitto era stata Kapò in un lager nazista. Dal romanzo omonimo di Gesualdo Bufalino, un melodramma spento, mai appassionante, a tratti perfino ridicolo, complice la mediocre regia e un cast non sempre all’altezza.
(andrea tagliacozzo)