D

Danny The Dog

Danny (Jet Li) è un maestro di arti marziali, una vera e propria macchina da guerra capace di uccidere un uomo con un solo colpo. Allo stesso tempo è però meno che un uomo: allevato dal crudele gangster Bart (Bob Hoskins), fin dall’età di quattro anni non ha conosciuto altro linguaggio che quello della violenza e non è altro che un cane, il cane di Bart. Danny porta infatti un collare, non parla quasi mai ed è totalmente asservito al suo padre-padrone, che lo usa come arma contro i suoi nemici. La sorte porta però lo porta a sfuggire al suo carceriere e a incontrare Sam (Morgan Freeman), un cieco che si guadagna da vivere accordando pianoforti. L’affetto dell’uomo e della sua figlia adottiva, Victoria (Kerry Condon), aiuterà Danny a riappropriarsi della sua umanità. Ma Bart, naturalmente, vuole riappropriarsi del suo «cane»…

Danny The Dog
è l’opera seconda del giovane regista Louis Leterrier (dopo il misconosciuto
Le Transporteur
), già assistente del suo connazionale Luc Besson, che firma la sceneggiatura. Si tratta di un film godibile e divertente, che unisce i toni della commedia a quelli del più classico
action movie
, senza compromessi e con ottimi risultati.
La sceneggiatura di Besson è infatti piena di tocchi di classe e strapperà più di un sorriso agli spettatori stemperando con una robusta dose di ironia anche i momenti maggiormente carichi di tensione, perfino durante il
climax
dello scontro finale con i «cattivi».

Contemporaneamente, la presenza di Jet Li (uno dei più grandi esperti di arti marziali al mondo) assicura scene di combattimento altamente spettacolari. Il maestro e campione di
wushu
ha seguito le orme di Bruce Lee sin dai primi anni Ottanta, e nell’ultimo decennio la sua fama si è estesa anche all’Occidente. Ultimamente abbiamo potuto apprezzarlo nel ruolo di protagonista dello splendido (almeno dal punto di vista estetico)

Hero
di Zhang Yimou. Il ruolo di Danny, tanto di poche parole da sfiorare quasi l’autismo, sembra tagliato su misura per lui, che certo non possiede un grandissimo spessore dal punto di vista della recitazione.

Il film si avvale di un cast ottimamente assortito, in cui spiccano il balordo da operetta Bob Hoskins e Morgan Freeman, che interpreta un ruolo di «saggio anziano nero» piuttosto simile, in fondo, a quello grazie al quale ha conquistato l’Oscar per

Million Dollar Baby;
la differenza sta nel fatto che nel film di Clint Eastwood era cieco solo a metà… Menzione d’onore, infine, per la colonna sonora dei Massive Attack, inglesi di Bristol protagonisti dell’ondata
trip hop
che ha caratterizzato la musica elettronica nella seconda metà degli anni Novanta, alla loro prima esperienza in ambito cinematografico.
(michele serra)