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Come se fosse amore

Aurelio Milano, elettrotecnico trentenne genovese, figlio di un inventore, ha appena creato il Trasognatore, una macchina per entrare nel sonno delle persone e cambiare i comportamenti. Aurelio ha bisogno di alcune cavie e così contatta tre tassisti brontoloni, interessati solo ai soldi. Aurelio è innamorato, sin da bambino, della ragazza che abita di fronte a lui, oggi candidata a sindaco della città. La sua invenzione in realtà serve solo per fare innamorare Chiara di Aurelio, ma la macchina finisce cattive mani… Film d’esordio de I Cavalli Marci, gruppo cabarettistico genovese, che fa delle canzoni, dei medley e del cabaret musicale l’arma vincente. Anche nel film, come era ovvio immaginarsi, la componente canora è dominante, si tratta infatti di un musical. Ben curati i costumi e le coreografie, ma il film non decolla mai. Molto prevedibile la trama, e questo non è neanche il dato peggiore. Le musiche, in alcuni momenti, appaiono troppo lunghe e trascinate. Solo in un’occasione, in cui tre protagonisti chiacchierano servendosi di un medley cantato, il gioco musicale che ha reso famosi I Cavalli Marci rende e diverte anche sul grande schermo. Per il resto rimane solo la pretenziosa ricerca di scimmiottare i musical di Broadway, in maniera un po’ goffa. Deludente anche l’anima comica del film, che in pochissimi casi riesce a far ridere lo spettatore. Da un gruppo comico del genere ci si aspetta francamente di più. L’unico che fa ridere tutte le volte è Gino Paoli, che appare come un fantasma e ripete sempre la solita battuta. (andrea amato)