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Come in uno specchio

David è uno scrittore, Minus e Karin i suoi figli, Martin il marito della ragazza. Tutti e quattro sono in vacanza su un’isola del Baltico. Karin ha una malattia mentale e sta irrevocabilmente scivolando verso una follia definitiva. David è sempre stato un genitore distante, irretito dalla vanagloria, poi sull’orlo del suicidio. Minus viene coinvolto in un rapporto incestuoso dalla sorella, prima che questa crolli definitivamente nella patologia. Ma David riconoscerà nell’amore il segno divino capace di redimere tutte queste sofferenze. Secondo Oscar a Bergman (dopo quello attribuito a La fontana della vergine ), Come in uno specchio apre la trilogia sul «silenzio di Dio», compiuta nel giro di due anni da Luci d’inverno e Il silenzio . Girato come un dramma da camera di Strindberg, Come in uno specchio fa dei propri personaggi i prigionieri di una ragnatela crudele e invisibile. Non a caso, nella sua ultima visione prima del ricovero, Karin vedrà Dio come un orrendo ragno desideroso di penetrare in lei. Unica via d’uscita, un atto d’amore puro, equivalente all’irruzione sorgiva del miracolo di La fontana della vergine . Ma le certezze di Bergman si sfaldano progressivamente… A Martin e David prestano la loro suprema e disinteressata grazia Max von Sydow e lo straordinario Gunnar Björnstrand. (francesco pitassio)