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Che pasticcio Bridget Jones!

Seconda puntata delle avventure sentimentali di Bridget Jones. Fidanzata più o meno felicemente con l’avvocato Mark Darcy ma gelosissima di una sua affascinante collaboratrice, riprende a frequentare per motivi professionali l’intrigante Daniel Cleaver, che l’aveva sedotta nell’episodio precedente. Dopo essersi cacciata in pasticci di ogni genere, tornerà tra le braccia del suo Mark. Riuscirà a sposarlo?

Squadra che vince non si cambia. La regola aurea degli allenatori di calcio è stata applicata quasi alla lettera anche per il sequel de

Il diario di Bridget Jones,
tratto dal secondo romanzo di Helen Fielding dedicato all’eroina di tutte le single desiderose di mutare il loro status. È cambiata solo la regista: Beeban Kidron ha sostituito Sharon Maguire. Chissà, forse è stata questa non secondaria variazione a rendere assai poco interessante la seconda puntata di una commedia il cui primo episodio, pur senza essere un capolavoro, poteva tranquillamente essere classificato alla voce «riuscito film d’evasione». Prevedibile, ripetitivo e sostanzialmente inutile, questo sequel si salva dal totale naufragio soltanto grazie alle buone interpretazioni di Renée Zellweger, quasi irriconoscibile grazie a una dieta ipercalorica che le ha permesso di ingrassare per riempire di nuovo i panni del suo personaggio più noto, e di uno Hugh Grant come sempre a suo agio nel ruolo del simpatico mascalzone. Colin Firth, dal canto suo, continua a recitare con diligenza la parte del bravo ragazzo impettito e noiosetto. Assolutamente da evitare per chi non ha gradito il primo episodio, gli altri acquistino il biglietto a proprio rischio e pericolo.
(maurizio zoja)