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Che fine ha fatto Harold Smith?

La generazione che occupa l’attuale ribalta sociale e mediatica ricerca le sue origini e le trova affondate negli anni Settanta. Chi non voglia effettuare un’amarognola ricognizione sulla Grande Illusione ripiega sui fenomeni più vistosi, quelli cristallizzati in una duratura mitologia come la disco music e, naturalmente, il punk.
Che fine ha fatto Harold Smith?
arriva dopo
Summer of Sam
(e chissà prima di quanti altri) e racconta l’educazione sentimentale di Vince, praticante in uno studio di avvocato, che fa le mosse di John Travolta allo specchio ed è ancora vergine. Arrivano i Sex Pistols, Vince diventa anarchico ma rimane vergine: tanto vale tornare alla febbre del sabato sera, allora, tanto più che nel frattempo il film si è perso dietro la storia sgangherata del padre di Vince, l’Harold Smith del titolo, innocuo babbeo che nel tempo libero blocca gli orologi e piega le posate come Uri Geller. Quando è invitato a esibirsi all’ospizio, ferma i pace-maker di alcuni vecchietti, attirando l’attenzione della tv e ottenendo i canonici 15 minuti di ambigua popolarità. Indeciso su tutto, il film offre comunque un inizio divertente, giocato farsescamente su gustosi quadretti familiari, la malinconica performance di un invecchiato Tom Courtenay (
La solitudine del maratoneta
) e una colonna sonora con tutti gli hit dell’epoca.
(luca mosso)