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Canicola

Premiato con il Gran Premio della Giuria alla 58esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica,
Canicola
è considerato da molti il migliore film proiettato al Lido. In una cittadina anonima austriaca, fatta di centri commerciali e villette a schiera, nei giorni della Canicola (quelli più caldi dell’anno), cinque storie si intrecciano. Un rappresentante di sistemi d’allarme passa molto tempo in macchina, lontano da casa e dalla moglie sempre ubriaca. Cerca di vendere porta a porta, ma nessuno apre. Deve indagare su un vandalo che riga le macchine nel quartiere, ma alla fine decide che gli serve solo una vittima e la trova in Anna. Anna è una ragazza con qualche rotella fuori posto, vaga per i parcheggi dei centri commerciali e chiede passaggi a tutti. Parla molto, ripete pubblicità, fa domande strane e si calma solo quando ascolta la sua canzone preferita. Claudia è una giovane ragazza di buona famiglia, ma con un fidanzato ossessivo e geloso che la picchia. Walter è un vecchietto che vive con il suo cane, controlla il peso di tutte le cose che compra, controlla il rumore dei vicini e assilla la sua domestica. Vicini di casa di Walter sono una coppia separata in casa, non si parlano, si ignorano, ma si danno fastidio a vicenda. Entrambi aspettano che l’altro se ne vada. Ma la storia più angosciante è quella di una maestra non più nel fiore negli anni, che cerca di mantenersi curata per piacere al suo uomo, più giovane. Si depila, si controlla allo specchio e aspetta trepidante l’arrivo di questo rozzo e volgare che la umilia. Al suo debutto in un lungometraggio di finzione, dopo molti documentari, Seidl dimostra una capacità rara e una sensibilità incredibile per raccontare la vita squallida in questa periferia austriaca. Ottimo il montaggio, credibili le scene, perfetto lo studio dei personaggi. Probabilmente, ma forse non è un male, alcune scene sono troppo crude e stomachevoli, ma sicuramente realistiche.
(andrea amato)