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Callas Forever

Parigi 1977, Larry Kelly, impresario, è nella capitale francese per il concerto di una rock band. Decide di cercare la sua amica Maria Callas, che dopo la delusione d’amore con Aristotele Onassis e la scomparsa della sua incredibile voce, si è ritirata nella casa di Avenue Georges Mandel, in preda all’insonnia, alle pillole, all’alcol e ai ricordi legati ai suoi dischi. Kelly vuole far rinascere il soprano grazie ai moderni mezzi tecnologici: il playback. La Callas rifiuta, poi decide di interpretare la Carmen, mai portata in teatro, ma incisa su disco. Il film viene realizzato con successo, ma quando si tratta di ripetere l’esperienza con un’altra opera… Non è una biografia, non è un film di aneddotica, ma il tentativo di Franco Zeffirelli, amico intimo della Callas, di raccontare lo stato emotivo della diva negli ultimi cinque mesi di vita. La sindrome da «viale del tramonto», il cuore spezzato da Onassis e la fragilità dietro il mito. Una strepitosa Fanny Ardant, perfettamente calata nel ruolo, meticolosa nei particolari, credibile nella statura da diva. A venticinque anni dalla morte, Zeffirelli ci regala una Callas «vera» e pensare che già nel 1977 alcune major americane gli avevano offerto la possibilità di realizzare un film sul soprano, ma il regista fiorentino rifiutò perché gli americani volevano una pellicola di gossip. Meglio così. (andrea amato)