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Caccia al ladro

Cary Grant è un ladro di gioielli che si è riscattato grazie ad azioni coraggiose durante la Resistenza. Deve aiutare, in Costa Azzurra, la polizia a smascherare un altro ladro che ricalca il suo stile. Controlla i turisti danarosi tra i quali Grace Kelly di cui si innamora. Era il periodo più felice del cinema di Hitchcock, e non solo del suo. Oggi però rischia di sfuggirci quanto in realtà fosse un cinema già neo-classico, girato da dentro la morte degli studios, in cerca di altri set, di contaminazioni di generi, con un distacco ironico e malinconico. I registi delle nuove leve venivano già tutti dalla tv. Questo film ha un che di crepuscolare, con Grace Kelly abbagliante e il vecchio e glamouroso Grant ladro-gentiluomo in un incastro di perfezione assoluta. Un gioco di superfici che sembra incrinarsi a ogni momento (si muore davvero, in questo film, e con cattiveria), e i personaggi sembrano sempre sul punto di far cadere la maschera. Un giorno, poi, mentre Hitchcock guardava i giornali, arrivarono Claude e François, due giovani e goffi giornalisti francesi, per fargli un’intervista… Eh sì, era già l’inizio della fine. Premio Oscar per la fotografia.
(emiliano morreale)