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Briganti

Il georgiano Ioseliani, come il persiano di Montesquieu, guarda all’Occidente e alle sue dinamiche con occhio stranito, svagato, finto-ingenuo, individuandone con precisione le aporie, le assurdità, i paradossi e raccontando tutto con uno humour unico. Briganti ha la stessa volontà onnicomprensiva – da parabola globale e risolutiva, pur nella levità – che era dei Favoriti della luna . Là si parlava di denaro, qui del potere violento della politica. Gli stessi attori interpretano personaggi di tre epoche, dal Medioevo allo stalinismo al caos dell’oggi, a mostrare una lotta metastorica e metapolitica. Il simpatico anarchismo del georgiano è forse dispersivo e sacrifica la limpidezza dell’apologo, ma non sono pochi i momenti di grandissimo cinema. Memorabile la scena della tortura, lasciata buñuelianamente fuori campo: il potere si mostra nudo, e in un momento la leggerezza si fa feroce. (emiliano morreale)