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Beefcake

Ci sono i protagonisti reali, quelli che negli anni Cinquanta hanno gravitato per un motivo o per l’altro intorno all’Athletic Model Guild (agenzia fotografica di nudi maschili ritratti secondo un’impronta autoriale), e ci sono i protagonisti fittizi, con la rievocazione artificiosa e patinata di quel mondo e della sua fauna. È un insieme variegato di personaggi moderatamente sui generis, spesso allo sbando, calati in un ambiente che con maggiore o minore consapevolezza metteva in mostra – e quindi in vendita – stalloni dai potenti muscoli diffondendo così la carica erotico-sessuale che quei fantastici corpi emanavano. E chiaramente c’è la ricostruzione della biografia di Bob Mizer, il fotografo americano che nel 1945 fondò la Amg. Il film mescola materiale d’archivio, interviste vere, frammenti di pubblicità e fiction pura in stile California anni Cinquanta tutta sole e palme secondo un gusto molto pop: un gran minestrone che maschera in questo modo la propria mancanza di contenuti e, soprattutto, lo scarso approfondimento storico e la conseguente capacità di contestualizzazione. Insomma un film debole, che si riduce a una sfilata di muscoli e poco più. Siamo migliaia di anni luce da The Celluloid Closet.
(giorgia brianzoli)