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Battaglia nel cielo

Città del Messico. Marcos, autista di un generale, vive dignitosamente con la moglie e un figlio. Lei, corpo da lottatore di sumo e viso da Botero inca, si arrangia con qualche vendita ambulante; lui, mite e pingue uomo di mezza età, introverso e con gli occhiali, conduce una routine stolida e sembra inoffensivo. Eppure queste due anime semplici hanno rapito un bambino, morto poi accidentalmente, e la moglie non sa trovare altra soluzione che andare in pellegrinaggio a Nostra Signora di Guadalupe, mentre Marcos spinto dal rimorso, si confida con Ana, la bella e giovane figlia del generale. Quest’ultima, forse per puro gusto (o non si capisce per quale altro motivo) si prostituisce in una casa d’appuntamenti per i notabili della città. Marcos ha visto crescere Ana e sogna di possederla (nella fellatio esplicita di apertura e chiusura); lei gli si concede, forse per compassione (l’agognata botta prima di costituirsi?) forse per una estrema e sottile prevaricazione sociale (lui povero e tonto può averla solo perché lei si diverte a deciderlo). La tragedia attende tutti, perché tutti ugualmente colpevoli, in un misto di religiosità popolare, sacrificio forse metafisico (ma di certo insensato) e letture metaforiche del Messico e della sua società che si offrono in abbondanza.