A

Andata+ritorno

Dopo aver chiesto in prestito ventimila euro a una banda di strozzini, cifra che non è in grado di restituire, Dante decide di lasciare Torino e il suo mestiere di pony express in bicicletta per trasferirsi all’altro capo del mondo. Una volta giunto a destinazione finirà in galera a causa di un equivoco e perderà tutti i suoi soldi. La disavventura lo costringerà a fare rientro a casa, dove incontrerà Nina, affascinante hostess spagnola bloccata a Torino da un lungo sciopero generale. Con l’aiuto degli amici di Dante, i due cercheranno di saldare il debito con gli strozzini, onde evitare di rimetterci le penne.

Già regista del divertente

Santa Maradona,
Marco Ponti inciampa inaspettatamente su un’opera seconda che vorrebbe staccarsi dal genere commedia ma non riesce a essere null’altro che un film irrisolto. Né particolarmente divertente, né davvero avvincente, la pellicola è priva di momenti memorabili, un difetto che ne affligge anche le scene chiave condannandola alla mediocrità. Un vero peccato, perché le premesse erano buone, a partire dalla scelta di affidare i ruoli dei protagonisti al convincente Libero De Rienzo e all’affascinante Vanessa Incontrada, alla sua seconda prova da attrice dopo gli elogi ricevuti per
Il cuore altrove
di Pupi Avati. Non tutto, comunque, è da buttare: i personaggi di contorno, interpretati da Kabir Bedi, Remo Girone, Ugo Conti e altri semisconosciuti attori, sono assai ben tratteggiati, così come la Torino che fa da sfondo alla vicenda, «città laboratorio di incontri – scrive Ponti – tra persone che provengono da mondi e contesti sociali differenti e spesso in conflitto».
(maurizio zoja)