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Amami se hai coraggio

Sophie e Julien hanno solo otto anni ma hanno già sperimentato la durezza della vita. Lei è polacca e viene presa in giro dai compagni di scuola a causa della sua «diversità». Lui ha perso la mamma e vive assieme a un padre malato di depressione. Per farsi coraggio e tenersi compagnia giocano a sfidarsi in azioni sempre più audaci, continuando ad alzare la posta delle loro scommesse. Una volta diventati adulti continueranno a giocare e sfidarsi ma scopriranno anche di essersi innamorati l’uno dell’altra.

In Francia è stato campione d’incassi, da noi difficilmente ripeterà l’impresa. L’opera prima di Yann Samuell, il cui titolo originale è il più calzante
Jeux d’enfants,
punta sull’espediente della storia d’amore raccontata man mano che i suoi protagonisti crescono. Questi ultimi, Guillame Canet e Marion Cotillard, giocano a fare gli eterni bambini che hanno paura del vero amore, mentre in sottofondo si ascoltano le note de
La vie en rose,
eseguita in differenti versioni. Tutto molto semplice. Fin troppo, tanto che è difficile spiegarsi il motivo di tanto successo. Sarà forse l’umorismo lieve utilizzato anche nei momenti più scabrosi (si fa per dire), oppure l’elemento fiabesco che ha già decretato il trionfo de
Il favoloso mondo di Amélie,
o ancora il desiderio d’amore che la maggior parte delle persone prova e vorrebbe vedere realizzato almeno al cinema. L’esordiente regista non se la cava male ma i cali di tensione sono molti e molto frequenti, un difetto non da poco per una commedia che vorrebbe essere brillante. Il cinema francese, in questo momento, propone di meglio:
I sentimenti
di Eoémie Lvovski, pur non essendo un capolavoro, si fa preferire di gran lunga a questa incerta opera prima.
(maurizio zoja)