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Ah! Se fossi ricco

Aldo è un rappresentante di prodotti per capelli, sposato con Alice, un infermiera. Le cose tra loro non vanno bene. Alice chiede la separazione e intreccia una relazione con Gérard, il nuovo affascinante capo del marito. La fortuna però sembra ricordarsi di Aldo che vince dieci milioni di euro al lotto. Deluso dalla moglie, decide di non rivelare la notizia della vincita per evitare di dover dividere il denaro al momento della separazione. Inizia così due vite parallele, una piena di lussi e agi, l’altra da povero lavoratore.

Un film davvero divertente con numerose situazioni comiche. Un uomo (Jean Pierre-Darroussin), baciato dalla fortuna, vede la sua vita cambiare improvvisamente. Ma a cadere sono anche le sue sicurezze sentimentali. La moglie lo tradisce e chiede il divorzio. Non sa se essere felice o scontento. La pellicola si regge sempre su questa sorta di bipolarità: povertà e ricchezza, fortuna e abbandono, verità e bugie, amore e odio. Da qui equivoci, gag e battute. Ma i soldi fanno la felicità? Un quesito che si sente spesso pronunciare. In barba agli ipocriti, i registi e sceneggiatori Michel Munz e Gerard Bitton dichiarano: «Oggi il lotto ha rimpiazzato la lotta di classe. In questa situazione di stallo dove sono ben poche le possibilità di diventare ricchi grazie al proprio lavoro, questo gioco diventa veramente un fantasma collettivo». Spassosi e azzeccati gli attori. Valeria Bruni-Tedeschi si concede una vacanza dai ruoli più impegnati e con la sua particolare bellezza si muove sbarazzina. Le inquadrature di Parigi che aprono e chiudono il film costituiscono una pregevole punteggiatura e la cinepresa ci dà visione di un microcosmo, quello del racconto, che si svolge uguale e contemporaneo a molti altri.
(francesco marchetti)