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Agata e la tempesta

Architetto di fama con moglie psicologa e figlio maltrattato dai compagni, Gustavo scopre di essere stato adottato appena nato poiché la madre, appena sedicenne ai tempi del parto, lo ha venduto a un facoltoso architetto trasferitosi a Genova dalla Calabria. Comunicata la notizia alla sorella Agata, libraia single con figlia studentessa a Bilbao, l’uomo parte per la pianura padana e si trasferisce a casa di Romeo, commerciante di abbigliamento di dubbio gusto e figlio della madre mai conosciuta. Presto raggiunti da Agata, i due scopriranno, ciascuno grazie al «nuovo» fratello, che il mondo è più grande di quanto pensassero…

Dopo il drammatico

Brucio nel vento,
Silvio Soldini torna alla commedia con un film meno fiabesco e più surreale di

Pane e tulipani,
creando un mondo in cui il riso, le lacrime e alcuni episodi dolorosi convivono senza contraddizioni. Sceneggiata assieme a Doriana Leondeff e Francesco Piccolo, la storia di Agata e dei suoi «fratelli» prende forma grazie a tre personaggi tratteggiati a tutto tondo e molto ben interpretati da Emilio Solfrizzi (Gustavo), e, soprattutto, Licia Maglietta (Agata) e Peppe Battiston (Romeo), già all’opera in
Pane e tulipani.
Proprio Agata, sono parole dello stesso regista, è il «centro esistenziale» della storia, la persona sulla cui sensibilità ricadono gli eventi raccontati nel suo film più «colorato» (la fotografia è di Arnaldo Catinari). La costumista Silvia Nebiolo ha svolto assieme a Soldini un lavoro di caratterizzazione dei personaggi basato su colori forti, che hanno poi attraversato, a volte in stridente contrasto, ambienti dai colori altrettanto definiti creati dalla scenografa Paola Bizzarri. Apprezzabile, infine, il riuscito tentativo di parlare di libri in un film senza risultare pedanti o noiosi. Romeo (un libro letto in tutta la sua vita «perché poi non c’è più stata l’occasione») legge
Il grande Gatsby
in una balera di provincia e mette in scena uno spot in favore della letteratura molto più convincente di qualsiasi vendita promozionale.
(maurizio zoja)