A

Actors

O’Malley, un attore navigato (Michael Caine) e il suo giovane pupillo Tom (Dylan Moran) trascinano stancamente la loro carriera in un teatro
off
di Dublino. Preso dalla disperazione, il primo prende a frequentare un maneggione (Michael Gambon), proprietario di una bettola e padre di una avvenente aspirante attrice (che O’Malley vorrebbe, neppure tanto segretamente, concupire). Dall’amicizia tra l’oste e l’attore scaturisce l’opportunità di fregare un bel po’ di soldi a un misterioso debitore londinese del primo, giocando sul fatto che i due non si sono mai visti prima. O’Malley dovrà però ricorrere alla complicità di Tom, che finirà, tra mille travestimenti, bugie e inseguimenti, per ritrovarsi non ricco ma vivo e soprattutto innamorato della bella figlia dell’oste (Lena Headey). La nipotina di Tom (l’esordiente Abigail Iversen) saprà trarre tutti dall’impiccio e condurli verso il prevedibile lieto fine.

Invidiabile. Invidiabile commedia scritta da Neil Jordan
(In compagnia dei lupi, Mona Lisa, La moglie del soldato, Michael Collins)
e diretta senza meriti particolari da Conor McPherson, questo
Actors.
Invidiabile perché manca nel cinema italico di oggi questo tocco leggero, questo
divertissement
garbato e coinvolgente. E manca ancor di più ora che anche Nino Manfredi se n’è andato, pure lui come Sordi, senza lasciare veri e propri eredi. No, non ci dimentichiamo dei Verdone, dei Salemme, dei Virzì ma ci è troppo presente l’altro modello di commedia all’italiana, quella dei natali sul Nilo, per non invidiare questo cinema fatto di situazioni, ritmo, garbato umorismo. Certo, se non fosse per il sostegno offerto da Michael Caine, sempre più simile al Barolo per la sua capacità di migliorare con il trascorrere degli anni (siamo certi che apprezzerebbe il paragone ma per piacere non andateglielo a dire), il film non meriterebbe particolare menzione. Ma Caine c’è e quindi noi menzioniamo. Invidiabile.

(enzo fragassi)