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30 anni in un secondo

Quanti, fra i trentenni di oggi, non hanno visto, sul finire degli anni Ottanta, film come Da grande, col nostro Pozzetto, o Big, con Tom Hanks? Eravamo in pieno yuppismo applicato ai desideri dei bambini (che volevano bruciare le tappe della crescita per poi trovarsi a risolvere l’immaturità degli adulti), il tutto condito col mito-ossessione tipicamente americano della seconda opportunità, della scelta giusta dopo aver compreso i propri errori. Il meccanismo narrativo e la morale annessa (solo un cuore intatto può sanare gli errori dei grandi) erano quindi collaudati ampiamente, ma l’operazione di recupero di sceneggiatori e produttori (gli stessi di What women want o di Perfetti innamorati) s’impreziosisce in questo caso del valore aggiunto della nostalgia. Chi non ricorda le feste dei 13 anni con le musiche di Madonna o Michael Jackson, il makeup «pesante», e il solito cliché d’importazione dei belli e le belle della scuola, irraggiungibili, e spietati con gli sfigati? Ingenui o scorretti che li si possa giudicare oggi, ci siam cresciuti e il film stimola furbamente questa zona erogena della nostra memoria adolescenziale.
Eccoci dunque nei panni della tredicenne Jenna Rink (Jennifer Garner), nel 1987, in piena crisi puberale: si fa usare dal sestetto di compagne bellocce e sbruffone, stravede per il fustone biondo della scuola e ignora il migliore amico e vicino di casa, Matt (Mark Ruffalo), «tricheco» con la passione della fotografia e un debole per lei. Dopo l’umiliazione cocente alla sua festa di compleanno, prega con rabbia di diventare grande («vincente e seducente», come recitava l’articolo sulle trentenni della rivista Poise)… E l’indomani eccola svegliarsi splendida trentenne, scoprirsi caporedattrice guardacaso di Poise, famosa, ricca e vincente. Solo che è la Jenna di 17 anni prima, fresca e ingenua, e per cavarsela in un mondo di squali che la spaventa chi può cercare se non il suo vecchio amico Matt? Purtroppo con lui, diventato nel frattempo un fotografo squattrinato e rimasto coerente con la sua natura, ha rotto ogni rapporto da quella sfortunata festa, in più scopre che sta per convolare a nozze. Non le resta che mettere le cose a posto e guadagnarsi la sua seconda opportunità. Il finale è dei più leziosi che si possano immaginare (almeno Pozzetto e Tom Hanks tornavano bambini per godersi con più saggezza la loro età, mentre qui si salta di nuovo all’età adulta per concretizzare la scelta giusta) ma che volete, generazione che vai finale che trovi…
Comunque, buono il ritmo, retto da un’azzeccata colonna sonora, Mark Ruffalo ha il physique du rôle perfetto per incarnare il trentenne dolce e corretto in un mondo di arrivisti insoddisfatti (ma lo direste mai che era il poliziotto sexy di In the cut ?) e la Garner rivela una mimica deliziosa nel rendere le espressioni di una tredicenne sul volto di una trentenne. Grazioso, ma con una riserva: tolto l’effetto nostalgia, i non trentenni sapranno apprezzarlo?
(salvatore vitellino)