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1 Km. da Wall Street

Wall Street atto secondo. Anni dopo Oliver Stone, anche Ben Younger si premura di informarci sui meccanismi (marci in partenza) del capitalismo Usa. Ma 1 Km. da Wall Street deve i suoi pochissimi momenti di interesse esclusivamente allo straordinario cast che lo popola: e se in questa occasione Giovanni Ribisi non sembra essere al meglio, a calamitare l’attenzione ci pensano un enorme (in tutti i sensi…) Vin Diesel e un incredibile Nicky Katt. Nia Long, invece, basta guardarla, senza contare che è bravissima.
Il problema di fondo di 1 Km. da Wall Street è che, pur aspirando a essere un dramma mametiano (la citazione di Americani…), finisce invece per risolversi in una versione inacidita delle commedie di John Hughes degli anni Ottanta (e non basta certo Ron Rifkin a conferire al tutto un tono da tragedia). Il parallelo, enunciato sui titoli di testa, tra i gangsta del ghetto e i broker rampanti resta solo una scusa per inzeppare la colonna sonora di hip hop. Come si dice, «you missed the point, buddy»… (giona a. nazzaro)